Più attentamente si guarda, meno si
vede...
Questa è la frase che viene più
spesso ripetuta durante 115 scorrevolissimi minuti dell'opera, e
probabilmente è l'essenza stessa del film.
Il film tratta delle vicende di 4
personaggi, molto eterogenei, ma accomunati dall'essere uomini di
“magia”, riuniti da una oscura figura che ha preparato per loro
un copione con tanto di trucchi di scena, che non solo li porterà al
successo, ma li farà compiere incredibili rapine.
Ognuno dei 4 “maghi” rappresenta i
vari aspetti della “magia da intrattenimento” sia dal punto di
vista artistico (illusionismo, telecinesi, prestigio, ipnosi e
lettura mentale) che di messa in scena (c'è chi si esibisce in
grandi spettacoli, e chi usa la sua arte per derubare i turisti).
La trama è per molti aspetti a metà tra le vicende di Dany Ocean (Ocean 11, 12 e 13) e una riproposizione in chiave moderna delle vicende di Lupin III inseguito dalla polizia del mondo intero.
E come ogni buona storia del nostro ladro gentil uomo, abbiamo anche una versione dell'ispettore Zenigata (un sempre in parte Mark Ruffalo alle prese con alcuni clichè tipici dei film sui ladri), che per quanto possa essere fondamentalmente lontano dalla figura canonica dell'antagonista del fortunato anime, ne prende quasi totalmente gli atteggiamenti.
I vari maghi/Lupin's sono interpretati
in alcuni casi in maniera impeccabile e coinvolgente (Woody Harrelson
come sempre amabile), ma spesso non sono sfruttati appieno per gran
parte dell'opera, come ad esempio il “piccolo” Dave Franco e Isla
Fisher che molte volte sembra essere delegata al ruolo di assistente
per distogliere l'attenzione del pubblico mentre il trucco è in atto.
Note a parte sono le interpretazioni di
Mélanie Laurent che per quanto possa essere brillante e spesso
simpatica si ha l'impressione che sia fuori posto all'interno degli
avvenimenti (cosa che in qualche modo è giustificata dai piani
originali della oscura figura), Michael Caine che purtroppo quasi
sparisce a 2/3 del film, ma che permette ottimi scambi di battute con
l'altro mostro sacro Morgan Freeman, che per gran parte del tempo
interpreta “se stesso” mentre conduce il suo show su Dmax.->cosa
quasi esilarante se si è mai vista una puntata del format in
questione.
Questo calderone di buoni propositi e
mediamente interessanti personaggi deve fronteggiare la tematica
sempre rischiosa di raccontare delle vicende ai limiti
dell'irreale, come di fatto sono i “giochi di magia”, che spesso
fanno a pugni con la fisica, e alcuni comportamenti poco sensati per
degli ipotetici agenti della FBI.
Stiamo comunque parlando di un film di
intrattenimento e non di un'opera maestra del cinema moderno, e
nessuno dei produttori ha provato a venderci qualcosa di
diverso...quindi seguite il mio consiglio: più attentamente si
guarda e meno ci si diverte.
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